Il Movimento Transpersonale
P.L.Lattuada M.D., Ph. D.


La capacità di cogliere l'essenza divina di ogni espressione del vivente - era alla base del pensiero e dell'agire nel mondo delle antiche tradizioni spirituali, capaci di cogliere l'unità fondamentale del creato, il "Tutto è Uno", e di trascendere il senso di solitudine dell'individuo parcellizzato ampliando i limiti della sua coscienza, fino a condurlo a esperienze interiori di profonda unione con le forze dell'universo.

Da alcuni decenni, nel campo della psicologia, si è venuto sviluppando un movimento di pensiero che raccoglie l'eredità di quelle antiche tradizioni spirituali, definita da Leibnitz con il termine di "Filosofia Perenne", rivolgendosi a essa con umiltà e rispetto, e conferendole allo stesso tempo garanzie di validità e dignità scientifica. Si tratta del movimento della Psicologia Transpersonale il quale, forte delle acquisizioni della fisica quantistica e della ricerca sulla coscienza e sostenuto dal paradigma olistico, propone la nascita di una "psicoterapia con l'anima", che ricerchi nell'esperienza interiore la forza e la saggezza necessarie a condividere la sofferenza dell'altro. Il termine Transpersonale, sembra essere stato utilizzato per la prima volta da Roberto Assagioli, il creatore della Psicosintesi ed in seguito da Carl Gustav Jung. La prima associazione di Psicologia Transpersonale fu fondata negli Stati Uniti nel 1969 ad opera di personalità quali: Charlotte Buhler, Abraham Maslow, Allan Watts, Arthur Koestler, Viktor Frankl.

La Psicologia Transpersonale si caratterizza come il contributo degli ambienti scientifici allo studio e alla comprensione dell’esperienza interiore di ordine spirituale. Esperienza che nel corso dei secoli ha ricevuto, dalle diverse tradizioni numerose denominazioni: estasi mistica, esperienza cosmica, coscienza cosmica, esperienza oceanica, nirvana, satori, samadhi, regno dei cieli, ecc.

Nella sua ricerca la Psicologia Transpersonale integra l’esperienza della psicologia occidentale, soprattutto del filone gestaltico, esistenziale, umanista, con le tradizioni mistiche orientali basate sulla meditazione come lo yoga, lo zen, il Sufismo e con quelle sciamaniche basate sull’estasi ed il contatto diretto con le forze della natura. Subisce inoltre una forte influenza dalle più recenti acquisizioni della fisica moderna e della biofisica ed è in stretto rapporto con altre scienze quali: la sofrologia, la sociologia, l’antropologia e la parapsicologia.

Per questo il movimento transpersonale ha travalicato i confini della psicologia per proporsi come un vasto movimento di pensiero e di ricerca che opera per una sintesi progressiva delle conoscenze nel campo degli stati di coscienza ed in particolare degli stati, cosiddetti, superiori. Opera in definitiva per restituire la mente estatica alla coscienza dell’umanità, liberandola da millenni di persecuzioni e per riaffermare quella cultura della condivisione che l’umanità presa dalla sua corsa al potere ed al profitto ha perso per strada. Opera per condurre la coscienza del vivente oltre i confini dogmatici ed utilitaristici della mente razionale. Ne risulta un vasto patrimonio di “Tecnologie del Sacro" il cui fine è la piena realizzazione del sé, il pieno compimento della natura spirituale dell'essere umano, l'integrazione dell'individuo in una dimensione Transpersonale.

Le vie dell'estasi
Per "Tecnologie del Sacro", sono da intendersi, secondo la definizione di Stan Grof, uno dei più eminenti ricercatori in campo transpersonale, un diversificato panorama di conoscenze e metodi. Molti di questi sono stati messi a punto nei secoli dalle diverse tradizioni sciamaniche e spirituali e recuperate ora dal movimento transpersonale con l'intento di conferire loro garanzie di validità scientifica, altri sono di nuova concezione, elaborati in seno al movimento stesso.

Il termine "Le vie dell'estasi" ben si addice a queste discipline dal momento che tutte quante hanno in comune la tendenza a trascendere i confini della mente razionale e del mondo materiale riconoscendo l'esistenza di orizzonti ben più ampi. Estasi, infatti, sta a significare, prima di tutto quella condizione interiore che consente all'individuo di trascendere i propri confini e sentirsi parte di ciò che lo circonda. Attraverso i canti, le danze, il ritmo del tamburo, le visioni, lo sciamano, maestro dell'estasi, raggiunge l'esperienza diretta del divino. Egli espandendo la propria coscienza entra nella terra e ne riceve gli insegnamenti, vola nel vento e si purifica, diventa la belva che lo terrorizza e ne acquisisce la forza, danza nella foresta e ne carpisce i segreti. Comprende così come la coscienza sia un flusso incessante ed illimitato, un oceano sul quale la mente dell’essere umano può navigare senza limiti. Comprende come l'evoluzione non si fermi alla ragione ma proceda verso qualità più elevate quali: saggezza, amore, umiltà, compassione, consapevolezza. Scopre che la memoria non si limita alla propria storia personale ma può risalire lungo la giornata evolutiva del vivente fino alla fonte stessa dell’energia vitale. Non teme la morte riconoscendola come un passaggio, un occasione per attingere nuove dimensioni dell’essere.

Biotransenergetica: una " Medicina Psicospirituale" verso uno sciamanesimo moderno
Quando ami o canti la gioia, quando siedi in silenzio o piangi il dolore, quando guardi le stelle o consumi il tuo pasto, quando parli ad un amico o giochi con un bimbo, guidi la tua auto o respiri l’aria tersa del mattino, semplicemente vivi.
Il miracolo della naturalezza naturale si compie ad ogni battito d’ali, ad ogni cader di foglia, sorgere del sole, aprirsi di un fiore o divampare di un incendio. Più difficile è cogliere la presenza del miracolo quando la malattia ci prostra nel fisico o ci turba nell’animo, quando la persona amata ci abbandona, quando perdiamo il lavoro o fatichiamo giorno dopo giorno nella nostra quotidiana lotta per la sopravvivenza. Eppure anche in quelle occasioni il miracolo si rinnova, la naturalezza naturale si rivela secondo legge immutabili come quelle dell’impermanenza, dell’interconnessione, dell’autorinnovamento e dell’autotrascendenza dei sistemi viventi, per citarne alcune.
All’uomo è dato conformarsi o contrastarle. All’uomo è dato ricordarsi di ricordare o dimenticarsi, dimorare nel cuore ed osservare in modo consapevole o accecare il proprio sguardo con i fantasmi delle proprie proiezioni mentali.
La Biotransenergetica è una via tra le tante per dimorare nel cuore ed osservare in modo consapevole la propria natura compiersi.
Impresa non da poco, direte voi. Io credo che vivere sia impresa non da poco, ma che la fatica e la sofferenza siano proporzionali alla mancanza di amore e consapevolezza.
L’amore e la consapevolezza che non doni al mondo sono l’unica vera causa della malattia e della sofferenza.
La Biotransenergetica potrebbe venir definita una disciplina psico-spirituale, oppure una tecnologia del sacro secondo gli orientamenti emergenti, oppure ancora potrebbe essre considerata una graziosa fanciulla un po' stupita per essere al mondo, con due occhi brillanti ed un cuore puro, sospinta da un anelito di autenticità.
Tale fanciulla venne concepita una quindicina d’anni fa da chi scrive e da Marlene Silveira, psicologa e sensitiva.
La sua vita attuale è pertanto breve ma la sua giornata evolutiva viene da lontano. Essa porta nei suoi geni un patrimonio ricco ed articolato, oltre che selezionato da millenni di storia. Un patrimonio responsabile, tra l’altro, della brillantezza dei suoi occhi e della purezza del suo cuore (qualità alle quali, si dice, non rinuncerebbe per tutto l’oro del mondo). Un patrimonio conferitole da antiche tradizioni spirituali ed in primo luogo da quella che Alain Danielou (1) definisce la “tradizione primordiale”, più nota ai giorni nostri con il termine di Sciamanesimo.
L’essenza dello Sciamanesimo, e di conseguenza della Biotransenergetica che può essere considerata una sua moderna elaborazione, è la trasformazione dell’energia e della materia attraverso la “relazione estatica”(Transe) con il mondo soprarazionale dell’analogico e soprasensoriale dell’ipersensibile. Dove per trasformazione dell’energia e della materia si intende, prima di tutto, trasformazione della coscienza. L’enfasi sulla trasformazione della coscienza, raggiunta attraverso lo sviluppo dell’insight, del “potere personale” che deriva dalla realizzazione spirituale e dal profondo rispetto per la natura e tutti i suoi esseri visibili ed invisibili, accomuna la
Biotransenergetica allo sciamanesimo ma anche a discipline quali l’alchimia e lo yoga. Quest’ultimo, intimamente legato allo sciamanesimo, sopratutto nelle forme del tantra-yoga, praticato in India e in Tibet, e dello Yoga Taoista praticato in Cina.
Procedendo dalla “tradizione primordiale” dello sciamanesimo che postula l’unità fondamentale del creato la Biotransenergetica incontra nella visione energetica elaborata da W. Reich e seguaci, dagli anni trenta del nostro secolo in poi, un valido contributo per integrare l’antica via della trasformazione con un moderno approccio unitario al disagio psichico. Le pratiche dell’estasi incontrano così un modello psicodinamico strutturato, le emanazioni del divino inerenti alle diverse forze elementali della natura possono così riconoscersi negli atteggiamenti corporei e caratteriali o nelle diverse modalità emotive e attitudini comportamentali. La dimensione verticale del sacro può così calarsi nella dimensione organismica conferendole un anima trascendente e ricevendone una applicabilità pratica. La cultura del Transe può così riunificare entità spirituali ed emozioni, divinità e qualità umane, ossessori e conflitti psichici nell’ambito unitario del flusso interconnesso della coscienza.
Ritrovata l’unità tra spirito e materia, tra tradizione e scienza, mediante l’incontro tra sciamanesimo e visione energetica, la Biotransenergetica trova sulla sua strada un terzo apporto fondamentale nella Psicologia Transpersonale. La visione transpersonale conferisce alla Biotransenergetica un ambito nel quale riconoscersi e col quale confrontarsi oltre che una direzione evolutiva nella cui traccia muovere i propri passi.

Istruzioni per l'estasi: Pratiche di Biotransenergetica
Entreremo ora nel merito con alcuni esercizi pratici per trascendere la mente ordinaria e accedere al mondo straordinario della mente estatica.
Proporremo qui di seguito alcune pratiche di Biotransenergetica.
Nell'ambito delle tecnologie del sacro di nuova concezione la Biotransenergetica si propone come disciplina psico-spirituale le cui radici sono profondamente radicate nella tradizione estatica dello Sciamanesimo e nell’emergente Movimento Transpersonale.
Essa attinge ad un sistema di conoscenze e di esperienze che vanno dal contatto con le forze elementali, al Transe, alla moderna ricerca sugli stati di coscienza; dallo sviluppo delle potenzialità più genuinamente umane proposto dalla psicologia umanistica, all’espressione degli archetipi dell’inconscio collettivo; dalla ricerca della visione, al dialogo con gli spiriti guardiani, alle visualizzazioni creative proposte dalle più recenti pratiche di ipnosi; dai canti, mantras e danze delle diverse forze naturali agli spazi superconsci, al silenzio della meditazione alle qualità più elevate favorite dalle metodiche di psicologia transpersonale; dalle cerimonie rituali arcaiche, ai viaggi sciamanici, ai sistemi teorici della visione olistica, ai principi della fisica moderna quali le “connessioni non locali” od il “collasso della funzione d’onda”; dagli esercizi psicofisici reichiani al lavoro sui chakras, sul campo aurico e al contatto con la dimensione spirituale.
Persitenza del contatto.
Normalmente nella vita quotidiana la mente vaga portata dai pensieri e la nostra energia vitale è bloccata dai tentativi della nostra mente di spiegare e controllare tutto. La Biotransenergetica suggerisce di fare esattamente l'opposto: tenere ferma la mente e lasciare fluire l'energia vitale.

La naturalezza naturale
Scegli un posto tranquillo, siediti comodamente, chiudi gli occhi e ascolta. Naturalmente dentro di te tutto fluisce, ciò che è pesante va in basso verso la terra, ciò che è leggero va in alto verso i cieli, il respiro porta dentro ciò che è fuori e porta fuori ciò che è dentro. Tu osservi. La legge della naturalezza naturale si sta realizzando, ogni cosa si sta mettendo a posto, ti stai curando.
Forse a questo punto la tua mente si chiederà: ma non può essere tutto così semplice. Tu allora rispondile di avere fiducia in ciò che sta sperimentando ed invitala ad avere il coraggio della semplicità e ricordale: ciò che è naturale è semplice.

Autocaptazione
Ora porta l'attenzione alle tue sensazioni fisiche: pulsazioni, battiti, pruriti, calore, leggerezza, pesantezza, movimenti di energia, blocchi, vuoto, pieno, ecc. Ti rendi conto che se tu mantieni l'attenzione tutto si muove, cambia incessantemente. Segui ogni movimento e descrivilo a bassa voce dentro di te. Sarà come tirare il filo di un gomitolo, la matassa si dipanerà e tu comprenderai la vera natura di ogni sensazione, i messaggi che ha da offrirti. Ogni sensazione sarà come un fotogramma, la persistenza del contatto ti consentirà di assistere all'intero film che il tuo corpo sta proiettando.
Fai lo stesso con le emozioni, gli stati d'animo, i sentimenti, i bisogni, i desideri, le aspirazioni che nasceranno mentre assisti al film. Descrivile nei minimi particolari, senza selezionare, senza giudicare. Al film del tuo corpo si aggiungerà il film della tua anima.
Ora presta attenzione e descrivi nei particolari le immagini, le forme, i colori, i ricordi, le visioni che emergeranno. Il film si arricchirà dei contenuti della tua mente.
Se avrai la sufficiente fermezza per persistere nel contatto ora potrai renderti conto che dietro ogni immagine personale c'è un archetipo universale, dietro ogni bisogno o ricordo c'è un intuizione, un messaggio spirituale, oltre ogni ombra c'è il regno della luce. Viaggia in quel regno, ascolta ogni voce e parla come se tu fossi quella voce, ricevi ogni intuizione ogni messaggio come un dono prezioso, interroga ogni figura che emerge dalle tue visioni, dialoga con essa. Poi ringrazia e prenditi del tempo per concludere.
Padronanza del Transe.
Transe in Biotransenergetica indica la capacità di espandere la propria coscienza fino a comprendere ciò con cui siamo in contatto e diventare l'altro. Diventare l'altro significa non contrapporsi ma armonizzarsi, non cercare di controllare ma affidarsi, non combattere ma allearsi, non giudicare ma comprendere, ecc. Per fare questo è necessario sviluppare qualità come: umiltà, disponibilità, comprensione, compassione, fiducia, abbandono, amore.

Diventare la forza
Secondo la tradizione Sciamanica afro-brasiliana alla quale la Biotransenergetica si rifà, ogni forza elementale, terra, acqua, fuoco, aria, vegetale, minerale, ecc. si manifesta all'interno del nostro microcosmo individuale sotto forma di qualità. Ad esempio la forza dell'aria esprime il principio della libertà, l'acqua salata della rigenerazione, l'acqua dolce della creatività, la roccia della giustizia, il fuoco della determinazione e così via. La padronanza del Transe ci consente di contattare queste forze e risvegliare le qualità dentro di noi.
Scegli un elemento della natura col quale ti senti particolarmente affine o del quale senti di avere bisogno. Trova un posto tranquillo, siediti comodamente e chiudi gli occhi. Immagina, ad esempio, di essere in riva al mare. Mantieni la persistenza del contatto sull'immagine dell'andare e venire dell'onda. Ora preghi o, se preferisci chiami la forza del mare perché possa nutrirti. Ora inspiri la forza azzurra del mare e la lasci arrivare fino alla base della tua colonna vertebrale, in espirazione senti la forza azzurra diffondere per tutto il tuo essere ed uscire da ogni poro della pelle portando fuori ogni tensione, ogni pensiero, ogni emozione spiacevole, tutto ciò che non serve.
Puoi ripetere la pratica oltre che portando la forza alla base della colonna (primo chakra) in tutti gli altri, vale a dire: nel ventre, nello stomaco, nel cuore, alla gola, alla fronte, al vertice del capo.
La visualizzazione del colore azzurro e delle onde del mare è lo yantra, vale a dire l'immagine mentale per entrare in contatto con la forza del mare. Ad esso puoi ora aggiungere un mantra vale a dire un suono che richiami la forza del mare. In espirazione potrai pronunciare dentro di te, o a voce alta, la parola mare, oppure potrai recitare uno dei mantra che nella tradizione afro-brasiliana viene usato per richiamare la forza del mare, come ad esempio: Ie-Ie-Iemanjà.
Oltre allo yantra ed al mantra potrai ora eseguire anche un mudra, vale a dire un movimento che consenta al tuo corpo di entrare in sintonia con la forza del mare. Potrai ad esempio muovere con dolcezza le tue mani con il movimento dell'onda. A poco a poco sentirai che l'immagine, il suono ed il movimento ti porteranno in uno stato di profondo contatto ed armonia con la forza del mare. Sentirai che scompaiono i confini tra te ed il mare, il mare è dentro di te tu sei dentro il mare, tu sei l'onda, l'onda è dentro di te.
A questo punto potrai lasciare andare il tuo corpo in una danza di celebrazione. Lo lascerai muoversi come l'onda del mare in un andare e venire incessante che lo coinvolge completamente. Ti lasci portare, suoni, immagini, movimenti sono un unico incessante flusso che esprimono la forza del mare che agisce in te.

Viaggio sciamanico
Ora , compirai un viaggio di conoscenza all' interno della forza del mare. Ti stendi, rimani immobile, ascolti, il flusso delle sensazioni, del respiro, delle immagini. Il viaggio avrà tre fasi. Nella prima fase ti immagini di scendere nelle profondità del mare, nella seconda ti fermerai in un luogo nella profondità e rimarrai in ascolto, in osservazione, in attesa. Farai degli incontri, animali, persone, simboli, con essi dialogherai, rivolgerai loro delle domande riceverai delle risposte. Poi ringrazierai, ti congederai e darai inizio alla terza fase, la risalita. Ripercorrerai il cammino dell'andata risalendo fino a riemergere e ritrovarti al punto di partenza.

 

Psicoterapia Transpersonale: Le linee essenziali

Il modello psicoterapeutico transpersonale si svolge lungo le seguenti linee essenziali:
*Ciascuno di noi possiede una “natura intima”, essenziale, fondata biologicamente, naturale, innata.
Questa natura è in parte specifica della persona, in parte caratteristica dell’intera specie. Essa sembra essere “intrinsecamente buona”. Contiene i bisogni fondamentali, le emozioni e le capacità umane fondamentali, le potenzialità, i talenti, gli equilibri fisiologici e temperamentali, l’attrezzatura anatomica e così via.
*Questo nucleo intimo fondato sulle potenzialità è però debole piuttosto che forte. L’educazione, le aspettative culturali, i condizionamenti, il timore della disapprovazione, lo soffocano con facilità. I contenuti di tale nucleo pertanto sono per lo più rimossi e, pertanto, inconsci.
*Dalla loro repressione, frustrazione o negazione ne risulta la malattia. I disturbi della personalità vanno pertanto considerati come il risultato di un blocco nel processo di autorealizzazione.
*Il processo di autorealizzazione passa attraverso, quindi, il contatto con la propria natura intima, l’accettazione del proprio sè, cioè dei propri bisogni e aspirazioni e la loro espressione, vale a dire la realizzazione di queste capacità latenti o potenzialità verso quel “pieno compimento” della nostra essenza naturale e, come vedremo, spirituale.
*Lungo questa strada gli ostacoli vanno ricercati nei fattori di stabilizzazione o strutture conservative dell’ io che, cronicizzati e consolidati da un eccessivo rigore nell’attenzione alle norme del sociale e da un conseguente “timore della psiche” finiscono per bloccare la libera espressione del nostro sè e ad imprigionare
la spontaneità e la naturalezza in schemi di comportamento stereotipati.
Tali strutture conservative acquisite sono sostenute da istanze quali: il controllo, la volontà, l’autocritica, l’analisi, la misura, il conformismo, la ponderatezza, la cautela che finiscono per sostituirsi a quella forza dinamica e saggia, a quella voce interiore che tende a guidarci verso ciò che è “giusto” per noi stessi e per chi ci circonda, verso qualità più genuinamente umane quali: la fiducia, l’amore, l’umiltà, la compassione, la determinazione, la comprensione, la sincerità, la fluidità, la sensibilità.

 

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