Il modello psicoterapeutico transpersonale: le linee essenziali

 

 

Il modello psicoterapeutico transpersonale si svolge lungo le seguenti linee essenziali:
*Ciascuno di noi possiede una “natura intima”, essenziale, fondata biologicamente, naturale, innata.
Questa natura è in parte specifica della persona, in parte caratteristica dell’intera specie. Essa sembra essere “intrinsecamente buona”. Contiene i bisogni fondamentali, le emozioni e le capacità umane fondamentali, le potenzialità, i talenti, gli equilibri fisiologici e temperamentali, l’attrezzatura anatomica e così via.
*Questo nucleo intimo fondato sulle potenzialità è però debole piuttosto che forte. L’educazione, le aspettative culturali, i condizionamenti, il timore della disapprovazione, lo soffocano con facilità. I contenuti di tale nucleo pertanto sono per lo più rimossi e, pertanto, inconsci.
*Dalla loro repressione, frustrazione o negazione ne risulta la malattia. I disturbi della personalità vanno pertanto considerati come il risultato di un blocco nel processo di autorealizzazione.
*Il processo di autorealizzazione passa attraverso, quindi, il contatto con la propria natura intima, l’accettazione del proprio sè, cioè dei propri bisogni e aspirazioni e la loro espressione, vale a dire la realizzazione di queste capacità latenti o potenzialità verso quel “pieno compimento” della nostra essenza naturale e, come vedremo, spirituale.
*Lungo questa strada gli ostacoli vanno ricercati nei fattori di stabilizzazione o strutture conservative dell’ io che, cronicizzati e consolidati da un eccessivo rigore nell’attenzione alle norme del sociale e da un conseguente “timore della psiche” finiscono per bloccare la libera espressione del nostro sè e ad imprigionare
la spontaneità e la naturalezza in schemi di comportamento stereotipati.
Tali strutture conservative acquisite sono sostenute da istanze quali: il controllo, la volontà, l’autocritica, l’analisi, la misura, il conformismo, la ponderatezza, la cautela che finiscono per sostituirsi a quella forza dinamica e saggia, a quella voce interiore che tende a guidarci verso ciò che è “giusto” per noi stessi e per chi ci circonda, verso qualità più genuinamente umane quali: la fiducia, l’amore, l’umiltà, la compassione, la determinazione, la comprensione, la sincerità, la fluidità, la sensibilità.
Il percorso terapeutico
La Psicoterapia Umanistica e Transpersonale si muove nella direzione non, come è ovvio, della distruzione delle strutture conservative, ma verso un ritrovato equilibrio tra spontaneità e controllo, a tutt’oggi sbilanciato sul versante del controllo.
Il percorso terapeutico, si diceva, si compie favorendo il contatto con il proprio sé ed in seguito, l’espressione del potenziale creativo in esso contenuto.
Vediamo pertanto cosa intendere per “contatto”, per “sé” e per” potenziale creativo”.


   Contatto
Realizzare il contatto con se stessi significa imparare a restare ed assistere anzichè identificarsi con i contenuti della propria psiche. Significa sviluppare qualità quali l’ascolto, l’osservazione l’accettazione, la consapevolezza la fermezza, la capacità di meditazione e cosi via.
La metodologia clinica si avvale di esercizi psicofisici, respirazione, lavoro corporeo ed energetico, movimento espressivo, visualizzazioni.
L’intento è favorire il riconoscimento dei contenuti della psiche, vivendone l’interezza del loro “campo olistico” passandovi attraverso e realizzandone cosi una “comprensione di nuovo ordine” come la chiama Bohm, un insight che ne consenta da un lato la presa di coscienza o consapevolezza, dall’altro l’accettazione e la disidentificazione permessa dalla acquisita capacità di osservarsi dal di fuori.
   Potenziale creativo
L’accettazione e la relativa liberazione dei contenuti della psiche altrimenti rimossi, repressi o negati consentono così all’individuo di riconoscerli come alleati nel suo processo di realizzazione in quanto depositari di bisogni che tendono verso una gratificazione che spingono verso l’autorealizzazione.
Il linguaggio dei bisogni e dei sintomi, in quanto bisogni frustrati diviene così il linguaggio che qualora decodificato consente di accedere alla propria natura intima e allo slancio vitale, creativo e di trasformazione in essa contenuto.


  
I contenuti della nostra psiche altro non sono che le istanze del sé. Per sé infatti, intendiamo l’insieme della nostra unità bio-psico-spirituale.
Unità della quale possiamo prendere coscienza mediante la sua manifestazione sui diversi piani di esistenza:
* livello fisico le cui informazioni arrivano alla coscienza mediante le sensazioni proprio ed esterocettive.
* livello emotivo le cui informazioni sono veicolate da emozioni, stati d’animo, sentimenti, bisogni, desideri, aspirazioni, motivazioni, ecc...
* livello mentale riconoscibile mediante i pensieri , ricordi, fantasie, ecc...
* livello spirituale che contiene le dimensioni superconscie del sè, dimensioni alle quali si accede mediante l’intuizione, l’insight, la meditazione, l’esperienza mistica, la sensitività, gli stati di coscienza non ordinari e così via.
Questa lettura multidimensionale del sé consente alla psicoterapia transpersonale di lavorare su tutti i livelli dell’individuo e di riconoscere in ogni manifestazione un contenuto significativo sul quale operare per la trasformazione della coscienza.
   La gratificazione dei bisogni fondamentali
Consente inoltre di concepire il sé nella sua dimensione organismica e di riconoscervi quelle proprietà specifiche di ogni sistema vivente quali la proprietà di auto-organizzazione, auto-rinnovamento, e auto-trascendenza.
Le proprietà dell’organismo vengono così a coincidere con i bisogni del sé ed il processo di realizzazione viene ad identificarsi con un processo di gratificazione dei bisogni fondamentali.
Tale processo però come dice Maslow, contrasta “ con il regime repressivo, la sfiducia, il controllo, l’attività di polizia necessariamente implicita nell’ipotesi della malvagità fondamentale e istintiva degli strati profondi della natura umana.”
I bisogni fondamentali non sono come potrebbe sembrare legati al possesso di oggetti e persone, ma bensì, una volta che siano
state soddisfatte le necessità più propriamente biologiche, ad istanze quali: la protezione la sicurezza, la tranquillità, l’appartenenza l’amicizia, l’affermazione, l’amore, il rispetto, la stima, l’approvazione, la dignità, il rispetto di sè, la libertà di sviluppare pienamente i propri talenti, le proprie capacità, la realizzazione del sè.
In questo processo di soddisfazione di bisogni la psicoterapia transpersonale ha ben presente il fatto che l’organismo è in grado di procedere autonomamente verso la sua piena realizzazione qualora vengano create le condizioni giuste. Si tratta pertanto di creare tali condizioni rispettando le leggi che regolano i ritmi naturali dell’organismo. Così facendo il percorso di autorealizzazione del sè dovrebbe compiersi lungo le linee tracciate dalle capacità di autorinnovamento e autotrascendenza intrinseche all’organismo.
Dove per autorinnovamento si intende la capacità dei sistemi viventi di ritrovare l’omeostasi ogni volta che il suo equilibrio venga disturbato e per autotrascendenza la capacità di trascendere i propri confini fisici e psichici attraverso apprendimento creatività ed evoluzione.
In termini psicodinamici le istanze dell’autorinnovamento si compiono lungo un percorso di gratificazione dei bisogni carenziali scandendo così un processo di individuazione verso una personalità integrata ed autentica cioè in grado di mantenere un suo equilibrio nell’incessante dinamica che si svolge tra le strutture conservative dell’io e la spinta all’autorealizzazione del sè
Le istanze dell’autotrascendenza si definiscono invece come un momento successivo, quando l’individuo, non più pressato da un mondo esterno ed interno minaccioso per la sua integrità è in grado di avviarsi verso un cammino di trascendenza dei
propri bisogni carenziali. In questa fase l’individuo cessa la sua ”lotta con il mondo” per avviarsi ad una condizione di essere nel mondo.


   L’esperienza transpersonale
E’ a questo punto che il sè comincia ad orientarsi verso una dimensione transpersonale o spirituale nella quale si fà strada una forza tendente ad aggregarsi intorno ad un centro di coscienza “superiore” ed a superare i conflitti connessi alla mente duale in una visione unitiva e disidentificata da interessi esclusivamente personali.
Inizia così ad aver luogo quello che Assagioli chiama “sviluppo del sé transpersonale” e che Grof ha studiato in più di ventanni di osservazione e ricerche nell’ambito degli stati non ordinari di coscienza.
Ed è proprio grazie, tra l’altro, a questa monumentale ricerca che la psicoterapia transpersonale trova una sicura guida che la conduca ed una articolata mappa che la orienti nello sviluppo di una metodologia clinica per la trasformazione della coscienza e realizzazione del sé.

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